BIOGRAFIA
Dewey Dell è una compagnia di danza e performing arts italiana attiva dal 2006 e ora composta da Teodora Castellucci, Agata Castellucci, Vito Matera e dal musicista Demetrio Castellucci.
La ricerca coreografica, spesso ispirata dalle immagini della storia dell’arte e dai comportamenti del regno animale, ha intrapreso un percorso di confronto sfrontato con archetipi e telai narrativi tratti dall’antichità. La volontà è quella di trasformare il modello antico in un calco per il riversarsi di una sostanza attuale e nuova.
Dewey Dell ha creato lavori di danza che intersecano forme d’arte diverse, portando avanti linee di sperimentazione nella performance musicale, nella video art e nell’arte visiva. Nel 2023 la compagnia ha creato le coreografie per l’opera lirica “Macbeth” di Giuseppe Verdi, presentata all’Aalto Theatre di Essen in Germania, sotto la regia di Emily Hehl.
Dewey Dell nei suoi lavori ha collaborato con numerosə artistə tra cui il fumettista Yuichi Yokoyama, il direttore teatrale Kuro Tanino, la graphic designer Clio Casadei, il musicista Massimo Pupillo (Zu) , il vocalist Attila Chsihar (Mayhem), lo scultore Matteo Lucca, il collettivo di installazioni audiovisive Transforma.
Dal 2006 Dewey Dell ha prodotto numerosi lavori, tra questi lo spettacolo “Sleep Technique – A Response to the Chauvet Pont d’Arc Cave” (2017) è stato nominato per la coreografia al prestigioso Der Faust Theaterpreis in Germania, “Le Sacre du Printemps” (2023) ha vinto il premio DANZA&DANZA come “produzione italiana” del 2023.
Gli spettacoli sono stati presentati in tutto il mondo e in contesti molto diversi tra loro: Arts House e Melbourne festival in Australia, Rencontres chorégraphiques internationales de Seine-Saint-Denis e Palais de Tokyo a Parigi, La Biennale Danza di Venezia, Wesleyan University e Macalester College negli USA, Mime Festival al Barbican di Londra, Cabaret Voltaire a Zurigo, A l’Arme Festival a Berlino, Steirischer Herbst a Graz, BIT Teatergarasjen a Bergen, Save Party/Arma 17 a Mosca e il Khidi a Tbilisi per nominarne solo alcuni.
Foto: Eva Castellucci